La miglior dieta è quella dell’uomo del paleolitico?

da Ott 29, 2020Articoli dal mondo della scienza, Home

L’obesità, il diabete, le malattie cardiovascolari e altro sono il risultato di una “discrepanza” tra i pasti che mangiamo e gli alimenti per cui il nostro corpo è preparato?

L ‘ipotesi del disadattamento sostiene che ciascuno dei nostri corpi si sia evoluto ed adattato per digerire gli alimenti che mangiavano i nostri antenati. Inoltre che i corpi umani lotteranno e in gran parte non riusciranno a metabolizzare una serie radicalmente nuova di alimenti.

Gli esseri umani si sono evoluti in un ambiente molto diverso da quello in cui viviamo attualmente.

Nessuna dieta è universalmente cattiva. Si tratta della mancata corrispondenza tra la storia evolutiva dell’individuo e ciò che egli attualmente stia mangiando.

Come detto, l’idea di “mancata corrispondenza” esiste da anni, ma è difficile da testare direttamente. La maggior parte degli esperimenti si è concentrata sul confronto degli occidentali con i membri di società di cacciatori-raccoglitori. Ma ciò, inevitabilmente, confonde qualsiasi effetto della dieta con altre differenze genetiche o di stile di vita.
Per avere degli elementi di discussione a questo riguardo, può essere utile considerare la storia dei Turkana. Questa è una popolazione dedita alla pastorizia, proveniente da un deserto remoto nel nord-ovest del Kenya.
Negli anni ’80, un’estrema siccità unita alla scoperta di petrolio nelle vicinanze, portò a una rapida trasformazione della regione. Grandi segmenti di popolazione abbandonarono il loro stile di vita nomade preferendo andare a vivere nei villaggi o nelle città. Così accadde anche per i Turkana. Ma non tutti emigrarono. In effetti i ”Turkana tradizionali” decisero comunque di non spostarsi e modificare il loro stile di vita. Di conseguenza ancora oggi essi basano la loro sussistenza sul consumo di bestiame come cammelli dromedari, bovini zebù, pecore dalla coda grassa, capre e asini. Al contrario, coloro che emigrarono sono oggi passati completamente a diete molto più ricche di carboidrati e alimenti trasformati. In realtà questa è oggi una tendenza ampiamente osservata in tutto il mondo, anche nelle comunità remote, frutto della crescente globalizzazione.
La storia recente dei Turkana ha permesso ai ricercatori di studiare l’effetto della transizione da uno stile di vita tradizionale, basato su quasi l’80% di sottoprodotti animali (quindi una dieta estremamente ricca di proteine e ricca di grassi, con pochissimi carboidrati), ad uno caratterizzato da carboidrati.
Questo ha costituito un’opportunità senza precedenti: la possibilità di poter studiare popolazioni geneticamente omogenee le cui diete si estendevano attraverso un gradiente di stile di vita da relativamente” abbinato “a estremamente” non corrispondente “con la loro recente storia evolutiva”.
Lo studio ha coinvolto 1226 adulti Turkana residenti in 44 località.
Il progetto nasce quasi casualmente quando il Prof. Ayroles (coordinatore del lavoro) visitò il Turkana Basin Institute. Era un giorno di Natale incredibilmente rovente. Nel profondo del deserto, a miglia da qualsiasi villaggio conosciuto, Ayroles si era sorpreso di vedere un gruppo di donne che portavano l’acqua in barattoli sulle loro teste. Le guide gli avevano spiegato che queste persone stavano riportando questo alimento per condividerlo con i loro compagni Turkana. Inoltre essi aggiunsero che quei pochi vasi d’acqua sarebbero stati tutto ciò che avrebbero bevuto per una settimana o più.
Ayroles era incredulo. In quanto ciò era fisiologicamente impossibile. Nessuno può sopravvivere con quella poca acqua! Ciò portò lo scienziato a chiedersi come fosse possibile che gli esseri umani possano sopravvivere in quell’ambiente incredibilmente duro? E in più, come ci si possa adattare in altri ambienti altrettanto ostili?
Da lì il progetto è cresciuto, prendendo forma come studio in grado di confrontare i profili di salute di 10 biomarcatori dei Turkana che vivono in città, villaggi o aree rurali. In questo modo i ricercatori hanno scoperto che tutti e 10 erano eccellenti tra i soggetti che ancora conducono il loro tradizionale stile di vita pastorale nonchè tra coloro che abitano nei villaggi rurali, producendo e vendendo carbone o cesti intrecciati, o allevando bestiame per il commercio. Al contrario, i Turkana che si sono trasferiti in città mostravano una cattiva salute cardio-metabolica, con livelli molto più alti di obesità, diabete, malattie cardiovascolari e ipertensione. Le valutazioni sulla salute hanno anche mostrato che più tempo i Turkana avevano trascorso in città, con gli abitanti delle città che vivevano il maggior rischio di malattie cardiovascolari, meno sani risultavano.
Ciò ha permesso di affermare che: Il passaggio ad una dieta a base di carboidrati fa ammalare i Turkana. In più vi è un vero e proprio effetto cumulativo. Per cui più i Turkana vivono l’ambiente urbano peggiore sarà il loro stato di salute.
Attenzione però!
La ricerca non deve essere interpretata come favorevole a una dieta a base di proteine rispetto ad una ricca di carboidrati! Questo perché se un soggetto urbanizzato come un italiano dovesse seguire la dieta Turkana si ammalerebbe più o meno velocemente! Piuttosto quello che ci testimonia questo lavoro è che la salute metabolica sembra richiedere un allineamento della nostra dieta e dei nostri livelli di attività con quelli dei nostri antenati. Cioè, l’individuo si co-evolve con l’ambiente e con la società da cui proviene, con le risorse che ha a disposizione ecc. Alla stessa maniera lo fa il metabolismo.
Questo non vuol dire che dobbiamo rifarci alle abitudini dell’uomo primitivo! Piuttosto l’adattamento metabolico è un percorso molto più recente ma, purtroppo, ad oggi sono del tutto sconosciuti i componenti che contano di più”.
A questo riguardo i ricercatori stanno continuando le loro indagini e la raccolta di dati e hanno in programma di espandere lo studio per incorporare diverse popolazioni indigene che stanno anche sperimentando questi cambiamenti rispetto agli stili di vita tradizionali.
Che cosa ci lascia questo lavoro?
Sicuramente la consapevolezza che pensare di conseguire la salute scegliendo un modello alimentare molto diverso dal nostro è probabilmente un errore. Diete Paleo, Keto, Gruppi sanguigni, No o Low Carb, Glute Free (a meno che non ci sia realmente una motivazione clinica) costituiscono modelli non rispettosi della nostra coevoluzione.
La nostra storia antropologica degli ultimi millenni, ha visto una coevoluzione con la regione mediterranea, con il suo clima e le sue risorse. Il nostro metabolismo si è adattato a ciò. Per altro le popolazioni mediterranee sono quelle ad aspettativa di vita maggiore al mondo. In più migliaia di lavori scientifici hanno tutti concordato che la dieta mediterranea (vera!!!) sia un modello di salute e longevità in ogni condizione.
Per cui, più che cercare un modello alternativo, dobbiamo solo sforzarci (ed impegnarci!) a fare in modo che il nostro modo di mangiare mediterraneo, a cui siamo evoluzionisticamente collegati sia corretto, sano, bilanciato, sicuro, rispettoso dell’ambiente e privo di eccessi.

 

Giacomo Pagliaro

Sono il Prof. Giacomo Pagliaro
PhD Biologo specialista in nutrizione clinica e applicata.

Amo la mia professione e amo trasmettere le mie conoscenze agli altri…
Ho deciso di creare dieta-nutrizione per essere con te ogni giorno e darti delle chicche sul mondo della salute e della nutrizione.

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